venerdì 8 giugno 2012

Matilde di Roald Dahl


Scelto perché: L'ho regalato perché il nome ha un significato particolare e poi l'ho letto anche io

Da leggere se: Piacciono i libri per ragazzi che insegnano molto anche agli adulti  e soprattutto se avete dei bambini

Da non leggere se: Odiate i libri per ragazzi oppure preferite le fiabe classiche

Letto in versione cartacea

Scheda su Anobii e Goodreads



E mi ritrovo di nuovo a leggere un libro per i più piccoli, che poi è una definizione che non mi piace più di tanto però il libro in questione è scritto per loro. Nel mio passato da adulto oltre al classico Il piccolo principe e ad alcuni classici per ragazzi di Calvino avevo letto il sorprendente Skellig di David Almond. Insomma non è che sia un gran conoscitore di questo genere di letteratura, ma ogni tanto ne vengo attratto e inevitabilmente ne rimango affascinato.

Matilde di Roald Dahl, poi, è un classico e soprattutto è un classico leggere Roald Dahl quando si parla di letteratura per ragazzi, perché va oltre la letteratura di genere, pur rimanendo ampiamente fedele al suo
pubblico.

La storia racconta di una bambina con un'intelligenza molto al di sopra della media che ama i libri e la lettura. La sua più grande sfortuna sono i suoi genitori, ignoranti e privi di qualsiasi slancio culturale. La bambina nel corso del racconto scopre che la super intelligenza non è la sua unica specialità.

La storia narrata in Matilde è semplice e lineare ma la forza più grande di questo romanzo è quello di riuscire a umanizzare i prototipi della fiaba classica. In Matilde i mostri sono persone reali e la capacità di Roald Dahl è quella di delinearli e descriverli in modo efficace. Anche se si prescinde dalle bellissime illustrazioni di Quentin Blake, la parola scritta riesce a ricostruire alla perfezione i caratteri e la fisicità dei personaggi.

L'altro aspetto interessante di Matilde è quello di essere un libro per bambini che parla in modo diretto e senza troppi giri di parole. Non c'è il classico buonismo ma tutto è raccontato con una sorta di acidità e sana cattiveria di fondo. Leggere Roald Dahl e il suo Matilde può essere un mondo per far innamorare i bimbi dei libri ma soprattutto insegnare loro in modo sereno a difendersi dagli attacchi della vita e delle persone cattive. Non è mai troppo presto per cominciare soprattutto se ci sono libri di questo tipo ad aiutarci.

giovedì 31 maggio 2012

L'amore del bandito di Massimo Carlotto


Scelto perché: La serie dell'Alligatore mi era piaciuta abbastanza

Da leggere se: Piace il personaggio dell'Alligatore il noir all'italiana di Carlotto

Da non leggere se: Odiate le serie di romanzi con gli stessi personaggi che rimandano alle storie precedenti

Letto in versione e-book

Schede su Anobii e Goodreads

Citazione: Sono ancora ruspanti questi kosovari. Troveranno il loro stile quando Hollywood se ne occuperà

Ho sempre apprezzato molto i romanzi della serie dell'Alligatore, l'investigatore ai limiti della legalità ideato da Massimo Carlotto. L'autore in quei romanzi è riuscito a creare non solo delle storie intriganti ma anche una serie di personaggi che ha potuto con il tempo approfondire anche livello psicologico. Ne ho parlato qui
Il vantaggio di serie di questo tipo è appunto quello che i libri successivi hanno il vantaggio di avere il buon traino di quelli precedenti. Alla fine della lettura conosci i personaggi, le loro idee e le loro dinamiche di relazione. Questo aspetto però può diventare anche lo svantaggio quando le storie sono deboli.
L'amore del bandito è l'ultima avventura dell'Alligatore e l'ho trovata decisamente inferiore alle precedenti probabilmente perché il gioco è ormai noto e i meccanismi sono fin troppo chiari. Nei gialli molto spesso la regola della ripetitività può essere sostenuta dal colpo di scena. Nel caso di questo romanzo si svolge tutto un po' così, piatto e senza molto entusiasmo.
Uno degli aspetti più interessanti del romanzo, che si deduce anche dal titolo, è il ruolo dell'amore per le donne. Tutto in questa storia è mosso dai sentimenti che i protagonisti provano per le donne. La vendetta, la rabbia, il pentimento, tutto è subordinato alle donne, agli amori dei banditi. Questo aspetto molto noir da' uno spessore diverso a questa storia non proprio entusiasmante.
Lo stile di Carlotto rimane sempre molto riconoscibile e rende fluido il racconto con i suoi vari incastri e salti temporali. La noia non arriva mai, ma non arriva neanche quell'entusiasmo "mangialibro". Forse è il caso di abbandonare questa saga, Carlotto è un ottimo narratore e a questo punto lo preferisco quando racconta altre storie.

martedì 22 maggio 2012

Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto

Scelto perché: Mi piace lo stile di Carlotto ed era un libro che mi "corteggiava" da tempo

Da leggere se: Piacciono i racconti duri e dolorosi

Da non leggere se: Non piacciono le storie tristi che provocano una stretta allo stomaco.

Letto in versione e-book

Schede su Anobii e Goodreads

CitazioneA noi la salute ce la controlla il Signore dall’alto e dallo specialista ci vai solo se stai male. Ma male sul serio.


Il monologo Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto è un dramma contemporaneo che colpisce alla stomaco come un pugno. L'autore racconta una storia di povertà non solo economica ma anche culturale. Un senso di vuoto accompagna la lettura di questo racconto e il vuoto circonda i protagonisti di questa storia struggente.

Una donna, una moglie e madre di famiglia, racconta i suoi problemi, racconta la sua vita persa dietro mille sogni mai esauditi. Una donna nella sua cucina, sola con la sua bottiglia di Vermouth, ci parla dei suoi sogni "sbagliati". Racconta il suo matrimonio, il rapporto complesso con la figlia.

Tu avevi il dovere di fare come diceva la tua mamma. Il dovere. Come avevi il dovere un domani di accudire la tua mamma. Avrò bisogno di soldi e di cure e tu dovevi pensarci. Adesso mi toccherà andare a lavare i pavimenti dalle signore fino alla fine dei miei giorn

Una storia difficile da sintetizzare. È un racconto di sogni spezzati, di sogni poveri sotto tutti i punti di vista. Una storia che con lo scorrere delle pagine diventa sempre più cupa e ci trascina negli inferi di questa donna.

Tra le pagine più toccanti e disturbanti di tutto il monologo c'è il racconto del sabato pomeriggio in giro a guardare vetrine senza la possibilità di comprare nulla. Il senso di alienazione è forte. C'è tutto il disagio sociale nelle parole della donna ma c'è anche la colpa di chi desidera cose probabilmente sbagliate. La donna è schiacciata tra modelli di vita irreali e un forte desiderio di rappresentazione sociale.

La odio quella passeggiata in centro ma è un dovere per una buona madre e una buona moglie. E io lo sono.

Un libro da consigliare? Non saprei, forse meglio lasciar perdere. Il linguaggio di Carlotto è duro e diretto ed è veramente notevole la sua capacità di immedesimarsi con la voce narrante. Non si può negare però che il racconto disturba e potrebbe lasciare molto più che l'amaro in bocca.

lunedì 14 maggio 2012

Cosmopolis di Don DeLillo


Scelto perché: Era da tempo che volevo leggere un libro di DeLillo e perché Cronenberg ne farà un film. 

Da leggere se: piace la narrativa americana contemporanea.

Da non leggere se: non piace lo stile alla Ballard e la narrativa contemporanea quella con lo stile meno tradizionale.

Letto in versione e-book

Schede su Anobii e Goodreads

Citazione: Oh, e questa macchina, che adoro. Il bagliore degli schermi. Adoro gli schermi. Il bagliore del cybercapitale. Così radioso e accattivante.

Ci ho provato più volte a dare una forma a questa mia cosiddetta recensione su Cosmopolis di Don DeLillo ma non ci sono riuscito. Il romanzo è così ricco e così schizofrenico che non mi permette una lettura chiara quindi quello che rimane sono le suggestioni e da questo punto di vista il romanzo ne dà veramente tante. Quello che mi rimane è un flusso di idee che spero riescano a restituire in parte l'opera di DeLillo. 

La storia racconta la giornata di un giovane milionario americano che decide di andarsi a tagliare i capelli con la sua limousine ultra accessoriata. La sua giornata però non si svolge serenamente e tra sparatorie, un funerale, un film e violente manifestazioni politiche incontrerà diversi personaggi surreali e pericolosi.

La narrazione di DeLillo restituisce tutto l'ambiente nel quale il protagonista si muove. Il flusso d'informazioni è continuo per il protagonista e per il lettore che s'imbatte in continui cambiamenti di ritmo e di scenario. Dentro e fuori la limousine è un alternarsi di personaggi.

Tutto è veloce ma è anche ovattato. La limousine rallenta e protegge dall'esterno. Un bunker/prigione in movimento. Uscire è vivere, ma uscire è pericoloso. La realtà all'esterno è filtrata dagli schermi, dalle informazioni sui monitor. I finestrini diventano essi stessi schermi. L'auto è probabilmente il luogo mentale che ci protegge dal rischio possibile e ci aliena dal resto del mondo.

La città, le auto e le informazioni: i co-protagonisti di questa odissea contemporanea. La città è fatta di carne e asfalto. Le macchine sono fatte di informazioni e schermi che pulsano e vivono di un'informazione virtuale. Gli schermi sono vivi e pulsanti e iniettano adrenalina, conoscenza e desiderio. L'informazione diventa una sorta di divinità e gli schermi il totem attraverso i quali venerarla. L'informazione è pornografia. Il romanzo è continuo movimento e rumore. La città è continuo rumore e movimento.

La città mangia e dorme rumore. Attinge rumore da ogni secolo. Produce gli stessi rumori che produceva nel diciassettesimo secolo, insieme a tutti quelli che si sono sviluppati da allora fino a oggi. No. Ma il rumore non mi dà fastidio. Il rumore mi stimola. La cosa importante è che ci sia.

C'è anche il denaro come cardine di questa storia e della società che rappresenta. Il feticcio del nostro millennio. È sessuale il rapporto con i soldi. 

Volevo i suoi soldi per la loro qualità particolare, non tanto per il valore. Volevo l’intimità di quel denaro, la sua impronta, che era l’impronta di lui, la macchia della sua particolare sporcizia. Volevo strofinarmi le banconote sulla faccia per ricordarmi perché gli avevo sparato. 

Cosmopolis ci dice tutto della nostra società attuale. Lo stile è violento e può sembrare confuso. Dopotutto è confusa questa nostra realtà. È confusa e violenta questa società che si piega agli dei del Denaro e dell'informazione. Alla gente comune non rimane che carne e asfalto, città e sesso. Tutt'intorno il caos e dentro una profonda alienazione.

Il romanzo di DeLillo è un romanzo complesso, multiforme e affascinante. C'è molto Ballard in queste pagine e s'intuisce la motivazione che ha spinto Cronenberg a farne un film. Il sesso, la città, la carne e le auto: se questo non è Cronenberg. 

domenica 6 maggio 2012

Dialogo tra un Kindle e un Libro.


Una notte qualunque a casa del lettore.

Libro: Ehi tu nuovo arrivato ma sei un computer?
Kindle: No. Sono un e-book reader
Libro: Un e-book?! Quindi saresti una specie di libro?
Kindle:  Sono un e-book reader, non sono un libro... io servo per farli leggere i libri
Libro: Non mi e' chiara questa cosa.
Kindle: Io posso contenere tantissimi libri.
Libro: Ma non hai una copertina?
Kindle: Come ti ho detto tecnicamente non sono un libro e quindi non ho una copertina... pero' le posso avere ma non si vedono.
Libro: Ah ok... ma se non si vedono a che servono? Come fanno gli altri a sapere chi sei quando il lettore e' in metro o come fa il lettore a fare amicizia con te... Non siete amici?
Kindle: Ci conosciamo da poco ma stiamo diventando buoni amici... e poi lo dovresti sapere che il libro non si giudica dalla copertina.
Libro: Noi siamo diventati amici quasi subito. Quando ci siamo incontrati la prima volta ed e' tornato a casa in metro mi girava e rigirava tra le mani. Guardava la mia bella copertina e leggeva anche la quarta. Quanti ricordi. Quanto tempo passato nella sua borsa. E poi ogni tanto mi annusava.
Kindle: Ti annusava?
Libro: Si mi annusava. Sai noi libri abbiamo un buon odore o almeno la maggior parte di noi. Ci sono quei tipi strani dei Classici Feltrinelli invece che non hanno un buon odore.
Kindle: Io non ho odore. E' un male?
Libro: Non saprei. Secondo me avere un odore e' importante.
Librone: Ehi ragazzi come va? E tu chi sei?
Libro: Ciao Librone lui e' Kindle. Sembra che non sia un computer ma un libro senza copertina.
Kindle: Io non sono...! Lasciamo perdere... Piacere Kindle. Librone, anche a te ti portava sempre dietro?
Librone: A me no purtroppo. Quando e' andato in vacanza mi ha lasciato a casa e ne ha scelto uno più magro di me.
Kindle: Questo non succederà mai con me. Sono snello e leggero e contengo un sacco di libri.
Libro: Che noioso! Basta con questa pubblicità.
Kindle: Comunque credo che non abbandonerà nessuno di noi.
Libro: Lo spero. Dopotutto quello che conta e' che non abbandonerà mai le storie che raccontiamo.
Librone: Infatti, anche noi in fondo siamo contenitori... contenitori di storie.
Libro: Io ora vado a dormire
Kindle: Io credo che non chiuderò occhio... mi ha lasciato in stand by.

martedì 10 aprile 2012

In fondo al fiume di Jamaica Kincaid



Scelto perché: Consigliato da Finzioni Magazine

Da leggere se: Piacciono le parole che colpiscono come lame taglienti.

Da non leggere se: Non si amano i racconti e la prosa poco romanzata e ricca di ripetizioni

Letto in versione cartacea

Schede su Anobii e Goodreads




Non ho una profonda conoscenza della poesia, non sono in grado di scrivere versi, e non riesco a giudicarla con una critica approfondita. Quello che mi affascina della poesia è l'emozione che la parola comunica, quel suo essere inafferrabile e ambigua, quel suo essere a volte così profondamente straniante. Una poesia con me funziona se mi arriva come uno schiaffo o come una carezza oppure rimane li' sospesa e va via senza lasciare traccia. La poesia e' la forza delle parole.
In fondo al fiume di Jamaica Kincaid e' una serie di racconti in prosa ma la sua scrittura e' come poesia. Le sue parole ti trascinano violentemente nei suoi pensieri, nelle sue emozioni, nelle sue viscere. La scrittura di Jamaica Kincaid è evanescente e viscerale. E' solida e liquida. E' triste e felice. E' buia e illuminata. E' una prosa ricca di ripetizioni che avvolgono come un vortice. Sarebbero troppe le parole per descrivere quello che scrive e quello che riesce a comunicare, solo le sue parole possono farlo.
In fondo al fiume è la storia dell'autrice, la narrazione astratta della sua vita. Sono i suoi frammenti di vita. Frammenti d'ombra e di rabbia.

Ma come possono le mie membra che odiano essere le stesse membra che amano? Come possono le stesse membra che mi rendono cieca farmi vedere? Sono indifesa e piccola. 

Le lacrime, grandi, mi hanno rigato le guance con linee irregolari - le lacrime, grandi, e le mani troppo piccole per trattenerle. Le mie lacrime sono state il risultato delle mie delusioni. Le mie delusioni si alzano e diventano sempre più alte. 

Il suo percorso è una discesa nell'oscurità e una risalita nella luce. E' un viaggio interiore che porta l'autrice a rinascere.

La vita è, allora, un violento scoppio di luce, come selce strofinata con forza nell'oscurità? Di tanto in tanto sono colma di tutto ciò che pensavo fosse la vita - magnifico istante su magnifico istante di appagamento e gioia e amore che entrano l'uno nell'altro e formano una catena straordinaria: un inno cantato in cerchio. 

La conclusione della sua autoanalisi sotto forma di prosa e' una rinascita. 

Chiedo: Quando, anch'io, sarò estinta tanto da non riconosciuta neppure dalle mie ossa? Invidio alle rocce e alle montagne il loro silenzio [...] Rivendico queste cose allora - sono mie - e adesso sento che sto diventando solida e completa, il mio nome mi riempie la bocca. 

sabato 31 marzo 2012

La Storia di Lisey di Stephen King

Rileggere Stephen King dopo tanti anni mi ha fatto riscoprire un autore vecchio e nuovo allo stesso tempo. Ho ritrovato lo stesso stile di scrittura fluido e avvincente che ricordavo, le stesse cento pagine che potevano essere sintetizzate ma ho anche scoperto un King nuovo, maturo e romantico.
La storia di Lisey nonostante gli incubi e l'orrore, racconta una storia d'amore, una struggente storia d'amore e di un'infanzia sofferta. L'orrore e' sempre dietro l'angolo ma diventa secondario. King stupisce per la sua sensibilita' e la sua capacita' di emozionare profondamente e in alcuni passaggi il romanzo e' decisamente commovente.
La storia di Lisey e' un racconto fatto di ricordi, di continui flashback che si sovrappongono al presente. Un intreccio tra ricordi e vita quotidiana, perfettamente narrato dall'autore. Le narrazioni e i narratori s'intrecciano e si sovrappongono, anche se in realta' il nostro tramite con la storia e' sempre Lisey. Una narratrice che ricorda con sofferenza e ci svela lentamente i dettagli della storia per alleviare il suo dolore. 
Un affascinante racconto nel racconto ricco di stile e sfumature. La traduzione in italiano non deve essere stata una questione semplice visto il numero di neologismi presenti nel romanzo.